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mercoledì 19 ottobre 2022
MANIACALITA’ E DEPRESSIONE: LA BIPOLARE NELLA QUOTIDIANITA’
Il Disturbo Bipolare è una sindrome psichiatrica che può dare luogo anche a sofferenze notevoli. In genere si ritiene che il migliore effetto terapeutico sia quello di tipo farmacologico, più o meno accompagnato dal supporto psicoterapeutico.
Ma qui vogliamo parlare, invece, non tanto di questo aspetto clinico ma delle sue manifestazioni, ovviamente più lievi, a livello caratteriale.
Anche qui la genesi, come d’altra parte per quasi tutti o addirittura tutti, disturbi psicologici, è incerta. Cioè sappiamo ancora poco di quale sia il peso dei fattori neurofisiologici e in particolare ereditari, è quale sia invece il ruolo ambientale, soprattutto infantile.
Sta di fatto che noi abbiamo, tra le persone cosiddette “normali” anche una tipologia di carattere definibile nella dualità maniacalità-depressione. Appunto bipolare.
Anzi si potrebbe affermare che l’assetto bipolare sia costitutivo e quindi sempre presente in tutti, nel senso che sentimenti euforici e sentimenti depressivi possano considerarsi alla base della dinamica psichica. Cioè ognuno di noi vive nell’alternanza euforia e depressione, per lo più abbastanza attenuate. D’altra parte possiamo dire altrettanto per altre componenti quali l’ansia, le reazioni aggressive, abbandoniche ecc..
Ma certe persone hanno, emozionalmente, una costanza di atteggiamenti euforici, maniacali, onnipotenti che possiamo ritenere come forme reattive e difensive rispetto alla caduta depressiva.
Ora la preponderanza e la continuità della maniacalità, per la quale ho una visione del Sé, della propria situazione e del proprio futuro estremamente positiva ed ottimistica, sembra neutralizzare gli aspetti negativi che possono presentarsi nel corso degli episodi della propria esistenza. In altre parole, qualsiasi cosa che mi capita o presumibilmente mi può capitare che rappresenti situazioni dannose, ansiogene, pericolose, sembra non incidere sul tono emozionale della persona. Cioè sono quegli individui ottimisti a tutti i costi.
Questo fatto può sviluppare anche effetti negativi sulla chiara percezione e prevedibilità degli eventi reali.
Inoltre possiamo considerare anche come questa impostazione caratteriale, può mobilitare atteggiamenti istrionici e narcisistici. Ed anche aggressivi quando altri cercano di contrastare la maniacalità e l’onnipotenza, soprattutto quando si sviluppano comportamenti conseguenti, magari anche facilitati da particolari condizioni (ruolo sociale, assenza di gravi avvenimenti nella vita, aspetto fisico, salute fisica ecc.).
Dal punto di vista psicoanalitico, a prescindere dall’eventuale origine e sviluppo neurofisiologico, si può fare l’ipotesi che una maniacalità esasperata sia stata alimentata da esperienze discordanti della relazione affettiva, soprattutto materne, come neutralizzazione fantasticata rispetto all’insorgere di un sentimento depressivo. Tuttavia non è ancora chiaro come un bambino in queste situazioni, sviluppi un atteggiamento manicale e non una forte depressione, o viceversa. Per questo, come per altre problematiche psichiche il ruolo di variabili neurofisiologiche non è affatto chiaro.
Ma il problema si pone anche per quanto riguarda le relazioni interpersonali. In genere le persone onnipotenti e maniacali, soprattutto quando sono presenti aspetti istrionici non sono molto apprezzare, soprattutto da chi soffre di sintomatologie depressive.
Quindi la situazione dei rapporti sociali può avere esiti vari. Da un lato davanti alla persona che esibisce la propria maniacalità onnipotente ci può essere una reazione aggressiva che a propria volta innesta una situazione conflittuale. Dall’altro lato può esserci un atteggiamento abbandonico con indifferenza e distanziamento. Inoltre potrebbe esserci anche un atteggiamento di dipendenza, come se chi è ottimista e sicuro di sé a tutti i costi, supportasse le manchevolezze di chi ne è quasi “affascinato”, data la cattiva immagine di Sé . Quindi quasi che fosse una mamma o un papà buono e generoso che alimenta i propri figli.
Questa situazione la possiamo osservare anche sul piano sociologico relativamente all’ascendente di leader in campi specifici
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